Il Ponte Medievale dei Molini

Si tratta di un ponte con un unico arco a sella d’asino, realizzato con le pietre del luogo. Per le sue caratteristiche costruttive e la forma architettonica, è possibile collocare la sua costruzione agli inizi delXIV secolo, in concomitanza (forse) con la costruzione della strada mulattiera per Chiozza, fatta realizzare da Spinetta Malaspina. Purtroppo mancano documenti a riguardo. All’imbocco del ponte si trova un edificio, un tempo adibito a capanna, oggi in rovina forse costruito con i materiali recuperati dalle rovine di un probabile posto  di guardia  per il controllo dei viandanti e la riscossione di pedaggi o gabelle.

Il fiume Esarulo

Fiume Esarulo

Il fiume di Castiglione detto anche Esarulo (piccolo Serchio) o Sauro ebbe nei secoli passati anche altre denominazioni e spesso era chiamato secondo il territorio della comunità che attraversava, “fiume di Valbona”, “fiume dell’Isola”, “fiume di Castiglione”, “fiume di Pontardeto”. Secondo Timoteo Tramonti, un castiglionese vissuto tra il XVI e il XVII secolo autore del manoscritto “I Peristromi di S. Pellegrino” in tempi remoti si chiamava anche Boattolo o Termofilone. Sin Dal Medioevo la forza delle sue acque fu utilizzata per i mulini. Nel 1400 e 1500, lungo il suo corso c’erano delle “ferriere”, (officine per la lavorazione del ferro), che utilizzavano la forza idraulica per far muovere il “maglio” un pesante martello per battere il ferro.

In tempo di piena, gli abitanti accorrevano in gran numero lungo il suo corso per prendere i tronchi o i ciocchi d’albero portati dalle acque. Si munivano di bastoni con uncini o altri arnesi per avvicinarli alla riva, a quelli che non riuscivano a prendere subito, vi gettavano sopra dei sassi. Questo era una specie un segnale di “presa di possesso”, infatti, finita la piena ognuno ritornava a riprendere il legname che aveva segnato quasi certo che nessuno glielo aveva portato via.

Fiume Esarulo ESCAPE='HTML'