San Pietro

La chiesa di San Pietro, costruita ai piedi della Rocca, a quanto si rileva da alcuni documenti, risulta la più antica  del paese di Castiglione Garfagnana, addirittura fatta erigere nel 723 da due fratelli longobardi, Aurinand e Gudifrid. Comunque la sua consacrazione è ricordata in un’epigrafe di marmo datata 18 gennaio 1197 da parte del vescovo di Lucca Guido III. Nell'anno 1444 ottiene la fonte battesimale. Il campanile sorge sul torrione omonimo, ai suoi piedi vi era una piccola costruzione che racchiudeva con un arco il sagrato della chiesa formando una piccola piazzetta. Le vicende storiche hanno trasformato l’antico edificio della Chiesa e dell’originale rimangono solo il muro a nord adiacente alla Rocca e parte del muro della facciata. I restauri effettuati negli anni '50/'60 hanno purtroppo deturpato la facciata e il sagrato. All’interno della Chiesa di San Pietro si conservano tre statue lignee raffiguranti San Pietro, San Paolo e la Vergine con Bambino a decorazione dell’altare maggiore, opere di Vincenzo Civitali commissionate nel 1511; un dipinto di San Paolino vescovo di Lucca, e infine un prezioso paliotto in scagliola intarsiata di Carlo Gibertoni presso l’altare laterale della Madonna dei Sette Dolori.  San Pietro è festeggiato il 29 giugno

 

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Built at the foot of the medieval stronghold, it represents one of the major  religious buildings in the town. It is first mentioned in the eighth sentury and like San Michele it has a longobard planning. The original structure dates back to 1197. As an inscription remembering the consacration of  the church says, whilst the present building is baroque with a heavy twentieth-century restoration work. The single-nave interior still preserves a few works such as a wooden gilded triptych decorating the high altar and a renaissance painting representing S. Paolino, bishop of Lucca, holding a miniature model of Castiglione, thus meaning Lucca’s supremacy over the town. St. Peter is celebrated June 29.

 

Approfondimento: la scagliola intarsiata

Un piccolo capolavoro del '700 : Il paliotto dell'altare della Madonna dei Sette Dolori 

Un recente restauro, ha ridato all’antico splendore una tra le più importanti testimonianze dell’arte della scagliola intarsiata: il paliotto della Madonna dei Sette Dolori, conservato nella chiesa di San Pietro in Castiglione, opera di Carlo Gibertoni. L’intervento di recupero è stato promosso dal Lions Club Garfagnana, da sempre attivo nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale della valle del Serchio,e finanziato dalla fondazione Banca del Monte di Lucca. Il restauro del paliotto è stato curato dal dott. Sandro Baroni.

Paliotto in scagliola ESCAPE='HTML'

Origini e storia dell’arte della scagliola.

L’arte della scagliola ha origini remote, poiché fin dall’antichità era frequente decorare superfici a imitazione del marmo. L’utilizzo della polvere del gesso mescolata a fingere il marmo e abbinata ad una tecnica ad intarsio è documentata solo però a partire dal XVI sec. .Si tratta di una tecnica più economica rispetto al commesso di pietre dure. Il successo della scagliola fu determinato, oltre che dall’economicità, dalla velocità di esecuzione delle opere. Per questi motivi si spiega l’ampia diffusione di manufatti di scagliola in Italia. La committenza è quasi esclusivamente religiosa, in particolare le richieste riguardano i paliotti d’altare. Guido Fassi, architetto e ingegnere di Carpi, per primo applicò questa tecnica alla realizzazione di cornici per altare. Furono i suoi collaboratori e allievi ad utilizzare il piano di scagliola come base per dipingere immagini prima e come imitazione del commesso per paliotti poi, dando vita alla prima scuola italiana di scagliola, quella carpigiana.

Scheda tecnica

DENOMINAZIONE: altare della Madonna dei Setti dolori

REALIZZATO: nella seconda metà del XVII secolo con stucco marmo

MISURA: Il paliotto in scagliola misura cm 87 X 210

ISCRIZIONI: paliotto, Carlo Gibertoni. L’opera è firmata da Carlo Gibertoni sul bordo inferiore

DESCRIZIONE: paliotto tripartito con motivi a raggera. Nell’emblema centrale la Madonna dei Sette Dolori realizzata a graffito. I colori dell’opera sono quelli che caratterizzano le opere  ad intarsio del Gibertoni nella Valle del Serchio: rosso,nero, bianco e giallo. Nella foto particolare dell'emblema centrale.

Carlo Gibertoni (a cura di Alessandra Marzocchini)

Il primo scagliolista carpigiano a lavorare in Toscana è Carlo Gibertoni. Bandito dagli stati estensi a seguito di una condanna per omicidio si rifugia a Castiglione (all’epoca territorio lucchese). Per la chiesa di San Pietro realizza due paliotti: l’altare della Madonna dei Sette Dolori, piccolo capolavoro dell’arte della scagliola ad intarsio, e un altro, meno prezioso perché è semplicemente dipinto. Il Gibertoni, quindi, si sposta fino a Lucca e da qui raggiunge anche Firenze dove realizza l’intero interno dell’oratorio di San Tommaso d’Aquino. Tra il 1686 e il 1687, dopo vent’anni di lontananza dal territorio estense invia diverse suppliche al Duca di Modena per poter rientrare in patria per 4 mesi, concessione per cui richiede il rinnovo per un anno per poter concludere i lavori commissionategli. Altri artisti, poi, apprezzando le opere del Gibertoni, ne seguirono l’arte, lasciando così sparsi per tutta la Garfagnana paliotti in scagliola ad intarsio.

La scagliola dipinta

Oltre che abile esecutore di piani  e paliotti intarsiati in scagliola Carlo Gibertoni è probabilmente da considerare uno dei più importanti artisti che contribuirono a diffondere la tecnica della scagliola dipinta. Rappresenta quest’ultima un tecnica rara, di perfetta resa illusionistica della marmorizzazione, realizzata con semplicità e rapidità d’esecuzione. Ovunque si trovano opere di scagliola intarsiata eseguite dal Gibertoni, possiamo trovare delle realizzazioni ottenute più semplicemente  in scagliola dipinta. Tra le opere in scagliola dipinta attribuibili all’artista carpigiano vi sono gli archi marmorizzati della chiesa di San Francesco a Barga e il coro e gli stalli della chiesa di San Frediano a Sassi di Molazzana. 

Opere del Giberoni in Garfagnana

Attribuiti al Gibertoni sono tre altari nella Chiesa di San Michele a Vallico di Sopra, due nella chiesa dei SS. Marco e Leonardo a Gragliana, presso Fabbriche di  Vallico. Ad essi si collegano per caratteri e impaginazione decorativa anche quelli di Sassi, Careggine, Rontano, Verni e due nella chiesa del SS. Crocifisso a Barga. In tutti dominano schemi compositivi a semplici maglie geometriche che ospitano come unica forma figurale croci più o meno fiorite. Tra tutti si distingue invece il paliotto in scagliola intarsiata della chiesa di S. Pietro a Castiglione. Al centro del paliotto compare una Madonna dei Setti Dolori, che ha la qualità di un’incisione al tratto e le decorazioni geometriche mostrano un maggiore attenzione prospettica.